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1. Prologo. Il viaggio. Verona – Costantinopoli
Un grande viaggio in treno da Verona all’Oriente dai sogni di un ragazzo negli anni ’50
Premessa
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La storia mi è stata raccontata in un pomeriggio di tarda primavera dello scorso anno sulle colline veronesi in uno splendido giardino pieno di ciliegi in fiore, con il sole che occhieggiava tra i rami. Due persone sono mollemente sedute sulle sdraio con un tavolino apparecchiato con chicchere, teiere e fette di torte amorevolmente preparate dalle mani della governante. I protagonisti sono un uomo con una lunghissima vita alle spalle e una donna di mezza età che occupa il suo tempo cercando e rovistando in polverosi archivi e facendosi raccontare storie anche di famiglia, come in questo caso. Il viaggio, cuore del racconto, nasce dalle parole dirette del protagonista sollecitato ogni tanto dalla sua ascoltatrice, molto attenta.
Prologo
Il mondo lo sentiva nelle sue mani, era suo. Ed era vero. Si leggeva nei suoi occhi attenti, nel suo sguardo determinato, nel suo passo ampio e sicuro. Il percorso per arrivare dagli zii era breve per le sue lunghe gambe e in giro non c’era quasi nessuno lungo viale Romagna in quella sera di fine ottobre del 1952.
Milano si stava molto lentamente riprendendo dalle devastazioni della guerra e qualcuno aveva pensato che mettere a dimora qualche giovane platano poteva servire a ricreare un ambiente gradevole.
Stasera avrebbe parlato con gli zii del suo progetto – pensò il ragazzo mentre accelerava il passo -ed era quasi certo che avrebbero condiviso il suo entusiasmo. Quasi. Si vero, la guerra aveva cambiato molti atteggiamenti ma la sua famiglia aveva sempre viaggiato all’estero e studiato pure, come il nonno che partì a fine Ottocento con il treno e la diligenza per arrivare a Monaco di Baviera dal lago di Garda per frequentare la scuola di economia. Quindi le premesse erano suo favore, decise, mentre superava il portone e saliva i gradini a tre a tre fino al terzo piano.
Il Viaggio
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Prof:” Subito dopo la laurea, all’inizio di novembre del 1952, ho colto al volo l’opportunità di andare in treno da Verona a Baghdad.
Viaggio insolito, ché fu possibile solo per pochi anni. Prima del 1951, non aveva ancora ripreso a funzionare l’Orient-Express, attraverso la galleria ferroviaria del Sempione, mentre dopo il 1958 non funzionava più il Baghdad- Express, che collegava la stazione Haydarpaşa di Costantinopoli a Baghdad. L’idea mi venne leggendo un giornale francese della zia belga , che descriveva la ripresa del Oriente-Express attraverso il Sempione, dicendo che si poteva andare da Parigi a Baghdad.
Era un invito che non si poteva rifiutare.
Il tragitto che avevo in mente era : Verona- Costantinopoli – Baghdad – Bassora -Babilonia – Damasco – Baalbek – Beirut – Byblos – Trablos – Aleppo – Ankara – Ismir – Efeso- Atene – Venezia – Verona e cosi feci dal 10 novembre 1952 al 22 dicembre dello stesso anno.”
Io: ” Allettante! E come preparasti il viaggio? La seconda guerra mondiale era appena finita, di fatto, e i mezzi di comunicazione, viste le immani distruzioni in Europa, erano ancora carenti, anche se la voglia di ricominciare era fortissima”
Prof: ( con un’aria sorniona) ” Feci un progetto, ovviamente.”
Io: ( sorridendo e approvando con il capo) ” Già il rigore scientifico fa capolino, sempre!”
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Prof: ” Durante gli anni dell’Università a Milano, abitavo nella Casa dello Studente di viale Romagna ed ogni giovedì ero invitato a cena dagli zii. Un giovane di vent’anni ha sempre fame, visti i pasti della mensa, e soprattutto facevo molte interessanti discussioni con lo zio, che aveva passato la vita a progettare ed a costruire macchine elettriche. Nell’ottobre del 1952, durante l’ultima di queste cene, il discorso andò, ancora una volta, sui miei progetti dopo la laurea e, dopo aver scelto dalle numerose offerte ricevute, comincerò in gennaio, dissi e raccontai agli zii la mia idea.
“Vorrei fare un lungo viaggio e verso posti nuovi , che non avrò più occasione di visitare. In Europa ci sono già stato altre volte e, con il mio lavoro, andrò anche in America“.
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Se non lo faccio adesso, non lo farò mai più.
Sono incerto se andare in Egitto o in Medio Oriente. Ho letto che è stato riattivato il treno da Parigi a Costantinopoli, che passa da Verona. Sarebbe bello andare a Costantinopoli, con il Simplon-Orient-Express e poi girare il Medio Oriente visitando Babilonia, Baghdad e tornare nel Mediterraneo a Beirut.”
Io: “Cartina alla mano, dunque! Ma gli zii e i tuoi genitori che ne pensavano? Ti hanno ostacolato?”
Prof: “No, anzi, con grande coraggio i miei approvarono e anche gli zii che mi aiutarono pure, fornendomi di lettere di presentazione per i Nunzi Apostolici di Costantinopoli, Baghdad e Beirut. E mio padre mi regalò il biglietto di terza classe fino a Costantinopoli e qualche centinaio di dollari.”
Io:” Mmm, sento quasi la tua eccitazione di allora. Ma per curiosità, cosa ti sei portato dietro?”
Prof: ” Una piccola valigia con maglie di lana, formaggini, mele e alcune medicine. In un sacco di tela ci misi i miei portafortuna, un cuneo di legno e una ronchetta”.
Io:” Raccontami della partenza. Il treno era come si vede dalle foto di allora?”
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CIAO CIAO VERONA
Prof: “Certo. Accolto dal conduttore della Wagon – Lits mi sistemai nello scompartimento di terza classe del bellissimo vagone letto, tutto blu e con vistose decorazioni dorate, ed iniziai il mio viaggio. Era l’unica carrozza letto del treno ed era dotata dell’ufficio-cucina del conduttore e di otto cabine letto, ciascuna con il suo bagno. Al centro della carrozza, erano sistemate le due cabine di prima classe, a fianco le quattro cabine di seconda classe ed in testa, sulle ruote, le due cabine di terza, ciascuna con tre cuccette sovrapposte.
Con piacevole sorpresa, il conduttore mi disse che ero fortunato, perché sarei stato solo fino alla prossima sera, a Sofia salirà un passeggero e quindi nell’ultima notte sarete in due.
Quando il treno parti, provai una certa commozione e cercai di guardare le cartine che avevo con me, ma la stanchezza accumulata negli ultimi giorni, per la discussione della tesi, per il colloquio di lavoro e per i festeggiamenti tributati dagli amici, prevalsero e mi sdrai sul divano e mi addormentai.”
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Io: ” ah il rumore del treno, cosi ritmico, concilia il sonno! E poi?”
JUGOSLAVIA E BULGARIA
Prof: “Poi mi svegliò un ticchettio ed entrò il conduttore, che si scusò dicendo che eravamo alla frontiera con la Jugoslavia. Aveva in mano molti passaporti ed aggiunse che forse si dovrà scendere, come tutti gli altri passeggeri.
Se mi dà il suo passaporto, proverò a convincere la polizia a farle mettere il timbro di ingresso, senza disturbarvi.
Con una piccola mancia, alle volte funziona. In ogni caso verranno a bordo a verificare qualche bagaglio.
Sempre in attesa, ci fermammo diverse ore.
Dopo aver divorato i panini che, previdente, mia madre aveva messo nello zaino, tornai a dormire e mi svegliai all’alba quando il treno stava entrando nella stazione di Belgrado, sfilando tra enormi palazzi grigi, che fiancheggiavano la ferrovia.
Alla stazione delle donne vendevano delle uova e delle magnifiche pagnotte e sventolando i miei biglietti da un dollaro acquistai due uova e una pagnotta e la donna, nel ricevere quel biglietto verde, fece un grande inchino ed aggiunse una salsiccia.
Nel tardo pomeriggio, arrivammo alla frontiera bulgara, dove si ripeté la scena della frontiera precedente. Anche questa volta l’attesa fu lunga, ma fortunatamente non dovemmo scendere.”
Io:” In effetti in quelle zone al di là della cortina di ferro, non era facile muoversi e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale la situazione si era notevolmente inasprita con controlli molto stretti. L’Europa era tagliata in due, purtroppo”
BULGARIA
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Prof:” Si vero, ma un ragazzo di passaggio che andava a Costantinopoli e che non scendeva nemmeno dal treno fino all’arrivo non era importante per loro. Arrivammo a Sofia a tarda sera e puntuale si presentò il mio compagno di viaggio, accompagnato da numerosi bagagli, che nascose sotto il letto.
Mi chiamo Hugo – disse in francese – e la mia piccola industria produce sveglie meccaniche da cento anni e ci berremo insieme una buona bottiglia di vino bulgaro se mi cede la cuccetta bassa.
Al mio assenso apri la sua borsa e stese un grande tovagliolo sul divano, aggiungendo una scatola di alluminio ed un bicchiere, poi uscì, tornando con un secondo bicchiere, un cavatappi ed alcune forchette.
Alla nostra cenetta, si unì anche il conduttore e dopo poco andammo a dormire.
Era ancora buio, quando fummo svegliati dall’annuncio di una prossima visita dei doganieri turchi.”
Io: ” Ah, finalmente sei arrivato al “favoloso” Oriente. Chissà che emozione devi aver provato che mi racconterai dopo il té che la tua simpatica governante ha preparato con una deliziosa torta!”
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