6. Aleppo – Ankara – Efeso – Atene – Venezia
Un grande viaggio in treno da Verona all’Oriente dai sogni di un ragazzo negli anni ’50. Ultima parte
VERSO IL RITORNO
Un temporale estivo di forte intensità durante la notte aveva imbiancato le cime delle montagne e l’aria troppo fresca ci impediva di sederci in giardino. Ripiegare in salotto verso cui ci guidava il profumo della crostata di ciliegie era un’opzione che non si poteva rifiutare.
Io:” Ed eccoci arrivati alla fine del viaggio e del racconto…”
Prof: ” Già, ma le avventure non erano affatto finite. Anzi.
ALEPPO
Presi, appunto, il treno per Aleppo e dopo una lunga attesa alla frontiera con la Siria arrivai nel tardo pomeriggio in questa antica capitale culturale del mondo islamico.
Madre Angela mi aveva dato una lettera per il convento francescano e mi aveva spiegato che questa città era multi religiosa, con una fiorente comunità cristiana e dove, nella stessa grande piazza, convivevano una moschea, una sinagoga ed una cattedrale.
Aleppo è una delle più antiche città del mondo, sempre attiva da circa 5000 anni. La sua più che millenaria prosperità nasceva dalla sua posizione di cerniera tra il Mediterraneo ed il fiume Eufrate e ancora oggi si trova in una posizione strategica, vicina al confine di tre stati, Siria, Turchia ed Iraq.
Arrivato alla stazione ferroviaria, presi un taxi per andare al convento, dove alloggiai per due giorni, visitando i monumenti della città come il museo, la magnifica Cittadella ed il Suk.
Mentre andavo verso la stazione per riprendere il Baghdad Express e tornare in Turchia, pensavo che stavo lasciando un mondo arabo, ancora antico, senza poter sapere che la decisione di Mussadiq lo avrebbe cambiato presto.
Presi un biglietto per Ankara, la capitale turca che non avevo ancora visitato ed anche perché volevo rientrare a casa passando da Atene. Dopo Ankara, contavo di andare a Smirne, visitare Efeso, ed andare ad Atene via mare.
Con mia grande sorpresa, scoprii che il conduttore del Wagon Lits era il mio amico Ali. Nel sistemarmi nella cabina a tre cuccette di terza classe, mi disse che era stato molto preoccupato, perché nel giorno del nostro arrivo a Baghdad, c’erano stati diversi morti. I giornali avevano minimizzato, ma all’Hotel Semiramis, hanno avuto molti incidenti.
Mi ha salvato Karim, risposi, ma tutto è andato bene e sto tornando a casa. I due giorni dell’attraversamento dell’Anatolia furono la ripetizione dei precedenti, con tante fermate e con tanti caffè.
Ankara non era niente di speciale. Una citta moderna con molte ville e molte ambasciate. Restai solo un giorno e, con un normale treno, partii per Smirne (Izmir). Alloggiai in un piccolo albergo sul porto e mi prenotai per la visita ad Efeso del giorno dopo.
Passeggiando lungo il molo, sentii una musica napoletana e scoprii una carretta del mare: “Libertà”, dove incontrai dei marinai italiani, che mi accolsero a bordo, offrendomi il primo piatto di spaghetti del viaggio.
Comperai un biglietto sul traghetto per Atene per la sera del giorno dopo, e visitai con calma la città.
La mattina successiva, mi accodai ad un gruppo di francesi che andavano ad Efeso, dove ammirai la famosa biblioteca di Celso, e la sera mi imbarcai su una nuova nave tedesca: il Mosul, che andava ad Atene durante la notte.
ATENE
Quando lasciammo il porto di Smirne, il comandante invitò i passeggeri per un aperitivo, in quanto si celebrava il primo viaggio della nave, che era stata appena costruita in un cantiere turco. Eravamo solo in due passeggeri ed il comandante ci invitò a cena. Ci raccontò che si aspettava una tempesta da maestrale.
L’altro passeggero era l’ambasciatore bulgaro in Turchia, che andava ad Atene per una riunione e che mi intrattenne sull’origine del mio cognome.
Fu un bellissimo viaggio tra le insenature della costa e le isole, disturbato solo dalla scoperta che mi mancavano 20 dollari. O persi o rubati?
Sbarcato al Pireo, presi l’autobus per Atene, assieme a due francesi che, guardando una carta, parlavano dell’Ostello della gioventù. Questo era proprio sotto l’Acropoli, mi accodai a loro, sistemandomi in una stanza di una vecchia villa, con un giardinetto dal quale si godeva una bella vista della città.
Ero preoccupato per la perdita dei 20 dollari e temevo di non aver abbastanza soldi per tornare a casa. Prima di visitare l’Acropoli, dovevo verificare di poter pagare l’ultima tratta del viaggio.
Trovai la sede della Navigazione Italia di Genova, che gestiva la linea con Venezia, scoprendo che potevo pagarmi solo un passaggio ponte da Atene a Brindisi, con la motonave Messapia, che partiva la sera successiva. Arriverò in Italia senza soldi, mi dissi, ma telefonerò a casa e troveranno una soluzione. Prima di darmi il biglietto, vollero il passaporto e fui costretto a ripetere il mio nome, perché era scritto sbagliato. Intanto era entrato un signore, che sentendo il mio nome, chiese se venissi da Verona. Era un fornitore della SIMA, la società che mio padre dirigeva.
Le conviene prendere una cabina, mi disse, perché ci sarà brutto tempo e sul ponte si prenderà un accidente. Spiegai la situazione e pagò la differenza.
Tranquillizzato, passai il resto della giornata e gran parte del giorno successivo all’Acropoli che trovai incantevole. Con grande felicità, mi sedetti per diverse ore su una pietra, mangiando dei panini ed ammirando quello storico luogo, in quelle giornate di fine dicembre.
Il viaggio per mare sul Messapia fu terribile. Seppi poi che il mare era a forza dieci. Ero in cabina con due operai della Fiat, che aveva costruito i motori, molto preoccupati perché le eliche uscivano dall’acqua, mandando i motori fuori giri.
Arrivati davanti al porto di Brindisi, il comandante si scusò con i passeggeri che avrebbero dovuto scendere a Venezia, dicendo che, causa mare, non potevano attraccare a Venezia e che avrebbero dovuto proseguire in treno, però era previsto il rimborso del viaggio da Brindisi a Venezia.
Perfetto, arrivai quindi a casa ancora con qualche soldo.
Io: ” (sorridendo) Il ritorno da questo viaggio cosi unico per una serie di fortunate circostanze doveva essere fatto in quel momento e concludersi in quella città – Venezia – legata a doppio filo con l’Oriente e ponte verso l’Europa e l’Italia che rinasceva dalle ceneri della guerra e si affacciava ad un nuovo mondo come anche tu stavi facendo.
Ringrazia la tua governante, Milena, per le suntuose e ottime torte che hanno scandito i tempi del racconto. Spero che che ti abbia insegnato a giocare a scacchi come mi ha raccontato che faceva in Bulgaria tanti anni fa.
Bibliografia
- Jean de Cars, Jean-Paul Caracalla: L’Orient Express, un secolo di avventure ferroviarie – 1984 Silvana Editoriale
- Sean Mc Meekin: The Berlin-Baghdad Express – Penguin Books 2010
- Wikipedia
Le foto, se non diversamente specificato, sono della persona che ha effettuato il viaggio