La carta di credito per gatti liberi

La carta di credito per gatti liberi

Un divertissement di Sergio Barabaschi

da Pixabay

La sala era gremita ed il Professore stava esponendo l’attesa conferenza sulla Scuola per Gatti, illustrando la sua teoria ed i numerosi successi seguiti, con diversi documentari.
Tra l’altro, aveva mostrato un gatto che scriveva al computer, sotto dettatura, un altro che controllava una macchina utensile ed uno che guidava un carrello.

“ Non ho fatto niente di speciale”,  disse, concludendo la conferenza. “In passato, i gatti non facevano che dormire, solo perché non avevano altri interessi. Nessuno aveva insegnato loro qualche mestiere.
Sarebbe bastato dedicare al loro insegnamento una minima parte del tempo che dedichiamo ai bambini ed avrebbero superato la mancanza di una zampa prensile. Ora però, con la tastiera dei computer e con i comandi a Touch Screen, i gatti possono operare con facilità con le loro zampette, sia con i telefoni che con i computer, possono inviare posta elettronica, entrare nel mondo del lavoro, sviluppare un loro personale interesse e smettere di dormire tutto il tempo.”

Con un lungo applauso, molte foto e le solite domande dei giornalisti, la conferenza ebbe fine.   
Silvia si unì agli altri, per ringraziare il Professore e tornò a casa.
Entrò piano, per non svegliare Magy, la sua gatta bianca e nera, che stava dormendo sul cuscino, tra la televisione ed il computer e per non disturbare sua figlia, Sara, che stava studiando e telefonò al suo direttore le conclusioni della conferenza.

Come sempre, Magy si svegliò, ma fece finta di niente, perché quello che Silvia stava dicendo al telefono era troppo interessante, anche Sara smise di studiare, curiosa di sentire quanto aveva detto il Professore.

Magy ascoltò con attenzione la relazione che Silvia faceva al suo capo e  decise che era tempo di muoversi. Era arrivata da sola alle conclusioni del Professore, ma sentire che la sua amata umana approvava quello che aveva appena sentito alla conferenza era decisamente confortante.

Allora sono nel giusto, pensò Magy, e quindi devo riprendere il nostro progetto. Alzò il capo con determinazione, socchiudendo gli occhi e sbadigliò stiracchiandosi- è ora di muoversi decise e saltò giù dal divano. Un leggerissimo rimpianto la costrinse a guardare indietro, ma capì che i tempi delle lunghe giornate ad oziare era finito.

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Già diverse volte si era confrontata con Ross, il gatto del bottegaio del paese, che aveva avviato da tempo un fiorente commercio di scambio ed che aveva il suo ufficio privato in una delle casse vuote, accatastate alla rinfusa in un angolo del suo retrobottega.

Ormai era parecchio tempo, quasi cinque anni che Magy, fingendo di dormire, seguiva, con attenzione, quello che accadeva sui due schermi, del computer e della televisione, e che si allenava di notte ad accendere il computer, a collegarsi con alcuni siti di vendita on-line ed a scrivere delle parole, che poi cancellava.

Di tanto in tanto, Silvia si accorgeva che il computer aveva qualche cosa di strano, ma incolpava sia la sua disattenzione sia misteriosi pirati informatici, che la perseguitavano per la natura del suo lavoro.
Sara, molto più attenta della mamma al comportamento della gatta, aveva capito che Magy sapeva scrivere al computer e che aveva anche provato a ordinare dei prodotti per gatti on Line, ma non diceva niente.

Ross era d’accordo con Magy, ma non aveva ancora trovato la strada per attuare il progetto. Per il momento si dovevano accontentare del baratto, che Ross aveva organizzato molto bene, seguendo lo schema di un mercato antico, che il bottegaio aveva una volta illustrato a suo nipote.

Il mercato era riservato ai gatti di strada e liberi che trovavano qualcosa da vendere ed a quelli che volevano comperare. Si svolgeva dietro la bottega unicamente nella notte del sabato, perché quella sera il padrone della bottega incontrava gli amici e poi dormiva sodo.
Così, silenziosamente, nella profondità della notte ogni gatto portava quello che aveva trovato e avvenivano i baratti. La “merce” veniva raccolta in una cassa a disposizione dei clienti.
E’ difficile immaginare quante cose trovino i gatti randagi nei Centri commerciali o nelle strade.
Sara aveva guardato una volta dentro alla cassa di Ross e ne era rimasta sbalordita. Mucchietti di bottoni, pettinini, monete, tessere di vario genere, biglietti della metropolitana e persino orologi e qualche portafoglio vuoto.
Prima del mercato di Ross, i gatti non erano interessati a questi oggetti, ma ora li raccoglievano e li portavano il sabato sera, per barattarli con dei pezzetti di pesce secco. Ovviamente Ross pretendeva una percentuale, che annotava su un touch screen, trovato chissà dove.

Ed è stato proprio riflettendo su queste percentuali, che a Magy venne l’idea delle carte di credito. Chiese a Ross cosa scrivesse sul touch screen.

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“ Chiedo il dieci per cento, disse, e quindi per ogni transazione, segno un credito ed il nome del debitore. Funziona come una specie di Banca, quando i crediti superano il valore del prodotto, che quel gatto porta al mercato, ricupero il prodotto e cancello il debito.”

“ Penso che sia il momento di fare un passo avanti” rispose Magy “,che stava pensando ad alta voce. E’ arrivato il momento di aprire della succursali. Penso che ne bastino una decina. Ci serve però un qualchecosa che i gatti portino con se, sul quale venga trascritto il loro debito o il loro credito, in modo che possa essere riscosso in ogni filiale. So esattamente quello che serve “ concluse Magy.

Ross la seguiva in silenzio, perché sapeva bene che la sua amica era istruita e che stava pensando ad alta voce.

“Caro Ross, nei prossimi giorni mi procurerò una cinquantina di micro Memory Stick, che saranno le nuove carte di credito dei gatti liberi, e poi ne parliamo.”

Ross annuì, ed assieme si misero a mangiare del salmone, che aveva tolto da una confezione scaduta, trafugata dalla bottega.

Magy tornò a casa soddisfatta, perché teneva in grande considerazione il parere di Ross, che aveva un grande fiuto per gli affari. Il suo socio non aveva fatto obiezioni, e quindi doveva andare avanti con la sua idea e cominciare a pensare su come procurarsi gli Sticks.

Quella notte, Sara si svegliò e vide la gatta scrivere al computer. Si avvicinò piano piano, e vide Magy cercare in diversi siti. Alla fine, Magy  trovò un venditore cinese, che vendeva gli stick a basso prezzo e ne ordinò un centinaio, assicurandosi che la consegna avvenisse tramite un corriere, che conosceva e che consegnava nel pomeriggio, quando la casa era libera. Il costo minimo degli sticks sarebbe passato inosservato alla sua umana, che ordinava tutto sul web, quindi Magy non era preoccupata.

Puntualmente, dopo una settimana arrivò un minuscolo pacchetto che Magy portò subito a Ross.

Sara la seguì, per capire quale fosse il progetto.

“ Adesso ti spiego come devi fare” disse Magy a Ross, “inserisci lo Stick in questa fessura e scrivi il nome del gatto ed il suo credito. Quando poi il gatto tornerà per una consegna o per un acquisto, aggiorni il debito o il credito, con lo stesso sistema”

“Tutto qui?!” disse Ross

“Prendi poi dei nastrini e gli appendi lo Stick al collo, così ogni gatto libero avrà la sua carta di credito.”

Il successo fu enorme e Sara fu molto contenta dell’intelligenza della sua gatta.

Ross aprì diverse filiali ed i gatti randagi della città furono finalmente in grado di dormire e di mangiare nell’albergo per soli gatti, che Ross aveva aperto, valorizzando tutto quello che trovavano in giro.

Era cominciata una nuova era per i gatti e Sara era contenta di aver partecipato alla nascita del progetto.

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Biografia dell’autore

Sergio Barabaschi è un fisico italiano, ricercatore, professore universitario, fondatore e direttore di nuovi laboratori, dirigente industriale, infine presidente di varie istituzioni nazionali ed europee e soprattutto importante punto di riferimento per gli studi pioneristici nella conoscenza strumentale e nell’inserimento dell’elettronica nei sistemi produttivi oggi chiamata meccatronica.
Nato a Parma ha origini venete e dopo il liceo a Verona si laurea il 5 novembre 1952 in fisica a Milano con una tesi in elettronica applicata, centrata sul controllo automatico, tema ancora poco trattato nell’ambito universitario di allora. Argomento che sarà il tema dominante di tutta la sua vita professionale per 40 anni, accompagnato negli ultimi 15 anni dalla seconda passione ossia la gestione della tecnologia, oggi Technology Management, allora ritenuta un aspetto secondario della gestione delle imprese industriali.
Sposato dal 1955 con Marialuisa fino alla sua morte avvenuta nel 2018, ha due figli Silvia e Pietro. In quiescenza dal 1994, ha continuato a presiedere gruppi di studio nei programmi di ricerca dell’Unione Europea e fino al 2008 ha tenuto conferenze pubbliche. Oltre alle numerose pubblicazioni tecnico-scientifiche ha scritto tre gialli con protagonista un professore universitario e un maresciallo dei Carabinieri ambientati tra Verona e Panarea.