Gino Veronese

Gino Veronese

La storia di un ingegnere esperto di tubi, pozzi, cisterne, centrali di sollevamento e che, a cavallo dell’Ottocento, durante la Prima Guerra Mondiale, e anche oltre, ha reso la vita migliore dei cittadini e dei soldati al fronte.

Ma chi era Gino Veronese?

Nasce a Padova, allora sotto l’Impero Austro-Ungarico, il 15 giugno 1886 da Giuseppe e Beatrice Bertolini, si iscrive al liceo classico Tito Livio e in seguito entra all’Università alla Facoltà di Scienze Matematiche per l’anno accademico 1904/1905. Dopo aver conseguito la licenza in scienze si iscrive alla scuola di Applicazione per Ingegneri, dove si laurea il 18 dicembre 1909 con il massimo dei voti.
Dal gennaio 1910 all’ottobre 1922 ricopre l’ufficio di assistente presso la stessa scuola di ingegneria e dal 1922, a 36 anni, diventa Direttore Tecnico del Consorzio di Bonifica Fossa Monselesana Foresto Generale ora facente parte del Consorzio Adige Euganeo.
Dal 1924 fino a tutti gli anni Cinquanta del secolo scorso ha la docenza della cattedra in costruzioni idrauliche sempre presso l’università di Padova.
Muore il 20 febbraio 1967 e le sue spoglie sono nella tomba di famiglia presso il Cimitero Maggiore di Padova.

La carriera

Oltre all’impegno della cattedra in costruzioni idrauliche in libera docenza partecipa a numerosi progetti anche esecutivi come ad esempio:

  • Progetto esecutivo per la bonifica del comprensorio Gozzon Inferiore richiesto dai Consorzi Riuniti di Este (1911-1912)
  • Progetto di massima ed esecutivo del comprensorio di bonifica del Consorzio Fossa Monseleana (1913-1914);
  • Progetto di massima per la derivazione dal fiume Brenta per la produzione di energia con un salto utile di 30 m richiesto dal Comune di Padova (1913-1914);
  • Per conto della ditta Marzotto di Valdagno progetto per la derivazione a scopo energetico dal torrente Posina;
  • Progetto per acquedotto per un gruppo di comuni della zona sud della provincia di Padova tramite pozzi nella zona di Almisano;
  • durante la prima guerra mondiale nell’arma del Genio nella zona di Gorizia nei primi sei mesi del 1916 e seguenti oltre per opere di difesa anche per la riattivazione dell’acquedotto pubblico e per centrali di rinvio dell’acqua per il fronte in altre zone ora in Slovenia;
  • Capo ufficio per gli impianti idrici nella seconda armata e dopo la disfatta di Caporetto presso il il Comando Supremo per il riordino degli acquedotti per il monte Grappa e Altopiano di Asiago;
  • dopo la guerra oltre la libera docenza partecipa a vari progetti di acquedotti in Istria e nel Veronese.

Riceve numerosi encomi tra cui quello del Ministero della Guerra del 31 ottobre 1935, nella sua carriera che si concluse alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso.

Scrive numerosi articoli, testi ( circa 78 pubblicazioni), sempre nell’ambito delle infrastrutture idriche, che sono disponibili nelle biblioteche comunali e in particolare redige i resoconti per il Ministero della Guerra sugli acquedotti militari e sulle problematiche connesse il cui riassunto è pubblicato sul sito Risorsa Acqua.